James Dyson ha iniziato a costruire aspirapolveri nel 1979. Alcuni anni fa ha raccontato la sua storia:

“Avevo acquistato quello che affermava di essere l’aspirapolvere più potente sul mercato (resti tra noi era un Hoover). Ma era praticamente inutile. Invece di aspirare lo sporco, lo spingeva per la stanza. Avevo visto una segheria industriale, che utilizzava qualcosa chiamato separatore ciclonico per rimuovere la polvere dall’aria. Ho pensato che lo stesso principio di separazione potesse funzionare su un aspirapolvere. Ho così messo a punto un prototipo”.

Dopo quella intuizione, Dyson impiegò ancora 15 anni e ben 5,127 tentativi di prototipi per realizzare il primo aspirapolvere ciclonico senza sacchetto ed il suo conseguente lancio sul mercato. I 15 anni di alti e bassi di Dyson non sono rari nel mondo dell’innovazione dei prodotti di consumo. Gli inventori della borsa Ziploc impiegarono 17 anni per conquistare il mercato per non parlare del codice a barre.

La cosa importante è che Dyson è rimasto paziente e resiliente nel suo progetto, che ha creato un’azienda da 5 miliardi di dollari la cui cultura ingegneristica incoraggia una sperimentazione continua e radicale con migliaia di prototipi e decenni di sforzi.

Ad esempio, nel quartier generale della Dyson a Malmesbury, in Inghilterra, c’è un archivio dei prototipi di Dyson. È una vetrina per le molte idee che non sono ancora arrivate sul mercato fra tutte il Dyson Fuel cell. Per tre anni, 10 ingegneri hanno lavorato per sviluppare un motore digitale il V4HF . Ciò che ne è risultato è stato un motore digitale compatto, leggero e ad alta efficienza, con un aumento del 20% della potenza. “Sebbene questa tecnologia non abbia ancora trovato la sua applicazione perfetta, le nostre scoperte sono state sostanziali e ci hanno insegnato molto sui motori digitali, conoscenza che stiamo applicando ai nostri nuovi aspirapolvere”.

In altre parole, l’archivio prototipi offre due importanti insegnamenti. Il primo è culturale: mostra agli ingegneri che il mercato non è tutto. Sì, è un obiettivo chiave, ma non significa che sia l’unica ragione per cui un’idea conta. Il secondo è educativo: anche i prodotti senza applicazioni di mercato possono insegnare agli ingegneri grandi lezioni sull’efficienza ad alta tecnologia.

James Dyson aggiunge che preferisce assumere giovani impiegati inesperti direttamente dal college. “Le menti non sperimentate apportano energia e nuova competenza in luoghi in cui, diciamolo sinceramente, qualcuno con il mio numero di kilometri potrebbe non avere”

La sua filosofia di reclutamento, di persone giovani, curiose, mentalmente aperte, energiche e istruite è simile a quella di Carey Smith, fondatore di Big Ass Solutions azienda specializzata nella progettazione e realizzazione di ventilatori ad alta tecnologia e luci a LED. “Alcune delle nostre persone migliori sono laureati in materie umanistiche ed artistiche, disse una volta Smith . “Una laurea in materie artistiche o letterarie è una buona cosa. Se stai cercando persone che sono naturalmente curiose, che vogliono sapere perché. Adoro gli ingegneri; sono fantastici. Ma i letterari sono curiosi “.

Dyson è una azienda familiare, una Srl, incline più alla sperimentazione e meno all’accumulazione di capitale a differenza delle aziende di capitale a sottoscrizione pubblica, le Spa, più inclini all’ accumulo di capitali. La risposta, ovviamente, è che il capitale di accumulazione è piu evidente in un bilancio, le innovazioni al contrario non lo sono. Dopotutto, queste innovazioni di solito impiegano almeno cinque anni (a volte fino a 15 anni e più) per essere ripagate.

Come si può evitare la pressione degli investitori ? Un modo è quello di rimanere una azienda familiare come ha fatto Dyson. Né Dyson è l’unica che ha preso questa decisione. Viene in mente ad esempio la Big Ass Solutions, il vantaggio di diventare Spa non vale la pressione degli investitori sui risultati a breve termine che si è destinati a subire.

Chiesero a Dyson se avesse mai considerato l’idea di diventare una Spa. “Non seriamente. Sarebbe la cosa sbagliata da fare ci sarebbe un’enorme pressione sui profitti rispetto agli investimenti in ricerca e sviluppo, progettare qualcosa che funzioni bene richiede test e prototipazioni incessanti“, scrive Dyson. “Ci vuole tempo. Forse il più grande ostacolo all’invenzione potrebbe essere la nostra impazienza.”